SUSSIDIO PER LA FORMAZIONE
Elenco delle abbreviazioni
Premessa
Capitolo Primo: Nozioni preliminari
I. Formazione
in generale
II. Formazione
specifica francescana
III.
Metodologia
IV. Verifica
della formazione
Capitolo Secondo: Tempi di formazione
I. Formazione
iniziale
A. Tempo
di Iniziazione
B. Tempo
di formazione
II. Formazione
per i neoprofessi
III.
Formazione permanente
Capitolo Terzo: Agenti e responsabili
I. Agenti
II. Responsabili
Appendice
La Fraternità
come agente di formazione
Il Ministro
con il Consiglio
Il Maestro
di Formazione
Animatori
Presidenza del Consiglio
Internazionale
Dell'Ordine Francescano Secolare
SUSSIDIO
PER LA FORMAZIONE
Roma,
1992
ELENCO
DELLE ABBREVIAZIONI
|
|
Documenti dell'OFS
|
|
|
|
|
|
|
Reg
|
Regola dell'Ordine Francescano Secolare,
Roma 1978
|
|
Cost
|
Costituzioni Generali dell'Ordine Francescano
Secolare, Roma 1991
|
|
Rit. OFS
|
Rituale Ordinis
Franciscani Saecularis, CIOFS,
Rome 1985
|
|
|
|
|
|
|
Magistero della Chiesa
|
|
|
--
|
Documenti del Concilio Vaticano
II
|
|
|
|
AA
|
Apostolicam
Actuositatem
|
|
|
GS
|
Gaudium
et Spes
|
|
|
LG
|
Lumen Gentium
|
|
|
PO
|
Presbyterorum
Ordinis
|
|
|
SC
|
Sacrosanctum
Concilium
|
|
|
|
|
|
|
|
|
--
|
Altri Documenti
|
|
|
|
CJC
|
Codice di Diritto Canonico, Roma
1983
|
|
|
|
CA
|
Centesimus
Annus
|
|
|
|
ChL
|
Christifideles
Laici
|
|
|
|
CT
|
Catechesi Tradendae
|
|
|
|
EN
|
Evangelii
Nuntiandi
|
|
|
|
LE
|
Laborem
exercens
|
|
|
|
OA
|
Octogesima
adveniens
|
|
|
|
Pdv
|
Pastores
dabo vobis
|
|
|
|
PP
|
Populorum
Progressio
|
|
|
|
RH
|
Redemptor
Hominis
|
|
|
|
SRS
|
Solicitudo
rei socialis
|
|
|
|
|
La formazione dei
Laici, a cura del Pontificio Consiglio pro Laicis,
Roma 1978
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Documenti Francescani
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
San Francesco d'Assisi, Scritti
|
|
|
|
1 Cel
|
Tommaso da Celano: Vita prima.
|
|
|
|
2 Cel
|
Tommaso da Celano: Vita secunda.
|
|
|
|
LM
|
San Bonaventura: Legenda maior
|
|
|
|
|
Altre testimonianze dalleFonti
Francescane
|
|
|
|
|
Lettera dei Quattro Ministri Generali,Vocazione
e missione dei laici francescani nella Chiesa e nel mondo,
Roma 1989
|
|
|
PREMESSA
Il presente sussidio - nella linea di quanto prospettato al Capitolo
generale di Fatima - offre, in forma molto sintetica, indicazioni
necessarie per la "-Formazione iniziale-" nella
triplice dimensione umana, cristiana, (che riguardano "-l'essere-"),
francescana (che riguarda una "-modalità-" di
vivere l'essere).
Fa da sfondo, come in filigrana, la V Ammonizione del serafico Padre: "-Considera,
o uomo, in quale sublime condizione ti ha posto Dio che ti creò
e ti fece a immagine del suo diletto
Figlio, secondo il corpo, e a sua similitudine secondo lo spirito-".
È nell'intelligenza del formatore il determinare, secondo
l'esigenza di persone e di ambiente,
lo spazio di tempo da dedicare alle due prime dimensioni - uomo
e cristiano - e quindi passare a soffermarsi all'aspetto francescano,
aspetto specifico della formazione.
Il sussidio si articola in
I. Nozioni preliminari
Formazione in generale
Formazione specifica
francescana
Metodologia
Verifica della formazione
II. Tempi di formazione
Formazione iniziale
- tempo di
iniziazione
- tempo di formazione
Formazione neoprofessi
Formazione permanente
III. Agenti e responsabili della formazione
Spirito santo
Candidato
Fraternità
Ministro con il consiglio
Incaricato della formazione
Assistente spirituale
Capitolo
Primo
NOZIONI PRELIMINARI
Gesù "-salì sul
monte, chiamò a sé quelli
che volle ed essi andarono a lui. Ne costituì dodici che
"stessero" con lui e anche per mandarli a predicare
e perché avessero il potere di scacciare i demoni-"
(Mc 3, 13-15).
Nelle parole "-stessero con lui-" appare l'accompagnamento
vocazionale degli apostoli da parte di Gesù.
Chiamatili, prima di mandarli, anzi per poterli mandare, Gesù, chiede loro un tempo di formazione destinato
a sviluppare un rapporto di comunicazione e di
amicizia profonda con se stesso (cf
Pdv 42).
Francesco fu artista e maestro di vita evangelica; mediante il
suo esmpio, la sua regola e il suo insegnamento si rinnovò la
Chiesa di Cristo nei suoi fedeli. A tutti dava
una regola di vita, e indicava la via della salvezza a ciascuno
secondo la propria condizione (cf 1Cel
37).
Formare, nella sua accezione etimologica, significa dare forma,
plasmare qualche cosa o qualcuno secondo un modello determinato,
usando i mezzi necessari ed idonei al raggiungimento del fine.
Nel nostro caso il formare riguarda l'uomo, e l'azione formatrice
risulta dall'insieme organico di educazione,
insegnamento, esempio. E siccome l'uomo
è perfettibile fino al termine della vita, la formazione
è in continua e progressiva attuazione.
Consideriamo la formazione in generale e la formazione
specifica francescana.
I. Formazione
in generale
Il soggetto di questa formazione è l'uomo, il quale -
nella interezza della sua personalità: spirito e materia,
intelligenza e volontà, immaginazione e affettività,
bisogno e capacità di agire, esigenza personale e di comunicare
con altri - tende al perfezionamento di se stesso e al raggiungimento
di uno scopo mediante l'uso dei mezzi adeguati.
Consiste in un'azione
- intelligente, capace cioè di
scegliere e di usare mezzi idonei a raggiungere ciò che
la persona si è prefisso di conseguire;
- armoniosa, che coinvolga tutte le facoltà dell'interessato
nell'unità del suo essere e lo metta in grado di relazionarsi
con le realtà nelle quali vive e opera;
- sistematica, che sia svolta con filo logico di progressione
verso il fine ed escluda la improvvisazione e la frammentarietà;
- costante, che sia fedele ai ritmi stabiliti per raggiungere
lo scopo nel modo migliore dentro il tempo prefissato.
Comporta
- la trasmissione di principi dottrinali riguardanti
la meta da raggiungere per motivare i formandi
e per offrire un servizio efficace di promozione;
- il coinvolgimento di coloro che devono essere formati con particolare
attenzione alla personalità di ognuno e alla sua storia
precedente;
- il confronto continuo dell'appreso con le situazioni vissute
nel quotidiano.
Esige
qualità idonee nel formatore
1) Dal punto di vista psicologico
- maturità, equilibrio, padronanza di sé;
- apertura al dialogo;
- capacità di utilizzare l'appreso, di trasmetterlo, di
coinvolgersi.
2) Dal punto di vista culturale
- conoscenza della dottrina che deve insegnare e della pedagogia
del cambiamento;
- nozioni di metodologia (adeguamento alla situazione concreta,
scelta e utilizzazione dei canali giusti di comunicazione, ritmi
da seguire);
- interesse all'aggiornamento e capacità di misurare lo
scarto tra il punto in cui ci si trova e l'obiettivo da raggiungere.
3) Dal punto di vista spirituale
- dirittura di vita, discernimento, serenità;
- fedeltà all'identità del formando e all'ideale
da raggiungere.
II. Formazione
specifica francescana
La formazione specifica applica i medesimi criteri della formazione
in generale con particolare riferimento al soggetto ben definito
e alla specificità del fine da raggiungere. Nel nostro
caso lo specifico deriva dalla vocazione francescana del soggetto.
Il soggetto è il fedele che, spinto dallo Spirito santo,
chiede di essere ammesso all'OFS per vivere il Vangelo alla maniera
di san Francesco e raggiungere la perfezione della carità
nello stato secolare (Reg. 2; Cost. 3).
Questa formazione mira ad aiutare il fedele a scoprire sempre
più chiaramente la vocazione ricevuta e a rispondervi generosamente
in maniera che possa vivere l'unità di cui è segnato
il suo essere membro della Chiesa e cittadino della società
umana, secondo lo spirito e lo stile di vita di san Francesco.
Il suo obiettivo consiste nel fargli acquisire, alla luce della
parola di Dio e del magistero della Chiesa, la "-fisionomia-"
del francescano secolare come è
tratteggiata nella Regola ed esplicitata nelle Costituzioni, e
la capacità di relazionarsi armoniosamente all'interno
dell'OFS e della famiglia francescana, nella realtà familiare,
ecclesiale e sociale, e con tutte le creature, in modo che la
sua formazione risulti integrale (cf
ChL 63).
Comprende
1) La conoscenza
- delle nozioni fondamentali riguardanti la natura del l'uomo,
i suoi diritti e doveri in quanto "-uomo-" e in quanto
cittadino di un determinato Paese;
- della dottrina dei principi fondamentali della fede cattolica,
con particolare riferimento alla cristologia, alla
ecclesiologia, alla dottrina sociale della Chiesa per una
fattiva e qualificata presenza nella comunità ecclesiale
e civile;
- di san Francesco, della storia francescana, specialmente dell'OFS,
della Regola, delle Costituzioni, degli Statuti, per "-caratterizzare-"
tale presenza.
2) Il coinvolgimento
del formando suscitando il suo interessamento personale per non
ridurre la trasmissione delle nozioni a
un puro e semplice indottrinamento e per far sviluppare in lui
la responsabilità della propria formazione (cf
ChL 63).
3) Esperienza di vita
per constatare la risonanza dell'appreso nella vita quotidiana
sia personale che relazionale (cf ChL 59).
Esige
1) Vigile attenzione
nell'assecondare l'azione dello Spirito santo
nel formando che è un chiamato;
2) Formatori capaci
esemplari, preparati e idonei (cf ChL
63);
3) Fedeltà
alla Regola, alle Costituzioni, alle direttive degli organismi
superiori dell'Ordine ed ecclesiali.
III. Metodologia
La metodologia comprende i seguenti "- momenti
-" tra di loro concatenati:
1) Accogliere il formando
- con le sue esperienze di vita sulle quali egli misura: aspirazioni,
interessi, prospettive e orizzonti;
- con i suoi problemi di lavoro onde
sviluppare specifiche capacità e atteggiamenti migliori
e portarlo a discutere di vari argomenti anche con i competenti
in merito.
2) Contare
- su quanto di meglio c'è in ciascuno;
- sulla possibilità reale di crescita;
- sulla necessità di utilizzare al massimo il tempo libero.
3) Elevare
il livello di coinvolgimento dei formandi.
4) Trasmettere
concetti, informazioni, conoscenze schemi interpretativi circa
un determinato argomento, in un periodo di tempo relativamente
breve, cercando di omogenizzare, almeno in parte,
le disparità a livello cognitivo dei formandi.
IV. Verifica
della formazione
La verifica serve a valutare il risultato dell'azione formatrice.
Essa si attua
1) Esaminando
la situazione iniziale del formando e misurando la distanza tra
i risultati ottenuti e gli obiettivi fissati cercando le cause
di questo "-scarto-".
2) Rettificando
se occorre, il "-tiro-", cambiando
atteggiamento, metodi, ambiente; identificando nuovi bisogni e
diagnosticando le difficoltà.
3) Facendo procedere
a una auto-valutazione che permetta al
formando di situarsi "-personalmente-" in rapporto ai
suoi obiettivi terminali, definendo meglio i suoi problemi nella
vita che vive, situando meglio anche se stesso.
Capitolo
Secondo
TEMPI DI FORMAZIONE
La formazione del francescano secolare, secondo le indicazioni
della Regola (art. 23) e delle Costituzioni (art. 37-44), si sviluppa
in tre tempi: Iniziazione, Ammissione all'Ordine, Professione
della Regola. Tempi che costituiscono e caratterizzano la
formazione iniziale e la formazione permanente.
"-Spetta ai Consigli nazionali e regionali,
di comune intesa, l'elaborazione e l'adozione di mezzi
di formazione adatti alle situazioni locali, in aiuto ai responsabili
della formazione nelle singole fraternità-" (Cost.
37,4).
Formazione iniziale
Abbraccia il Tempo di Iniziazione
e il Tempo di Formazione e serve a sondare la veridicità
e la solidità della vocazione del candidato e, in caso
positivo, ad aiutarlo a maturare la sua scelta di vita, che sancirà
con la professione.
Dopo la professione si consiglia un periodo di Formazione
per i neoprofessi.
Formazione permanente
Dura tutta la vita e serve a sviluppare e ad
approfondire i contenuti della formazione iniziale, ad aggiornarli
continuamente agli insegnamenti della Chiesa e a confrontarli
con la società in continua evoluzione.
I. Formazione
iniziale
L'azione formativa comporta
- sondare con delicatezza gli interessi preminenti nella vita
del candidato, il tipo di letture preferite, il desiderio di apprendere
e di valorizzare le proprie capacità, la disponibilità
al dialogo e ad accettare di mettere in discussione le proprie
opinioni ed aprirsi a quelle degli altri;
- vagliare la capacità di resistere a delle difficoltà
e di superare eventuali delusioni che possono capitare, l'impegno
serio ad un cammino spirituale e di apertura
verso gli altri accettandoli come sono e procedendo assieme verso
la meta.
A. Tempo di Iniziazione
"-Il periodo di iniziazione è
una fase preparatoria al tempo di formazione vero e proprio ed
è destinato al discernimento della vocazione e alla reciproca
conoscenza tra la fraternità e l'aspirante. Deve
garantire la libertà e serietà dell'ingresso all'OFS.
La durata e i modi di svolgimento sono stabiliti dagli
Statuti nazionali.
Al Consiglio di fraternità spetta il compito di decidere
eventuali esenzioni da questo periodo-" (Cost. 38), e di
dare il beneplacito all'ammissione all'Ordine, al termine del
periodo.
L'azione formativa di questo periodo comporta
1) Accoglienza del formando
- Valutazione delle motivazioni che lo portano in fraternità
e delle attitudini a vivere in comunione con i fratelli;
- reciproca conoscenza tra fraternità e aspirante
(cf Cost.38,1).
La vita in fraternità è efficace agente di formazione:
il "-vivere insieme-" conduce ad una formazione reciproca,
essa porta a formare formandosi e lasciandosi formare;
- verifica della conoscenza delle fondamentali verità
della fede e della personale adesione ad esse,
ovvero, un "-riesame della fede-".
Qualora il candidato non avesse una sufficiente conoscenza della
dottrina cristiana e una buona pratica religiosa sarà necessario
un "-cammino di fede-" per
- conoscere e approfondire le verità;
- riflettere sull'importanza del Battesimo e sull'esigenza
di impegnarsi sul serio per conoscere e seguire il progetto di
Dio;
- formare alla preghiera personale e comunitaria, alla
pratica dei sacramenti e alla malleabilità alla grazia.
2) Nozioni sulla vocazione
- Natura : azione di Dio verso
l'uomo; chiamata alla comunione con lui in Gesù
Cristo per mezzo dello Spirito santo: dono di Dio, accettazione
da parte dell'uomo. La riuscita e la fecondità sono proporzionate
alla conformità della volontà dell'uomo a quella
di Dio.
- Componenti : chiamata di Dio,
risposta dell'uomo; mezzi adeguati per raggiungere il fine.
- Dimensione : personale (responsabilità e impegno
diretto della persona) e comunitario (aspetto comunionale,
di condivisione con altri).
- Caratteristiche : rispondono al tipo di vocazione e
ne rispecchiano le implicanze.
Nel nostro caso: spirito e stile di vita francescana con l'esercizio
delle virtù tipiche che lo qualificano.
- Tipi di vocazione (Abramo, Maria, apostoli, Francesco...).
3) Nozioni generali
- della vita di san Francesco;
- della storia della Famiglia francescana con particolare riferimento
a quella dell'OFS;
- della Regola dell'OFS con qualche accenno alla sua evoluzione
attraverso i secoli.
B. Tempo di formazione
Inizia con l'ammissione dell'aspirante e termina con l'emissione
della professione, secondo il rito descritto nel Rituale dell'OFS.
Costituisce il "-periodo di prova-", detto tradizionalmente
"-Noviziato-", e dura almeno
un anno.
Il Consiglio di fraternità, per motivi plausibili, può
prolungarlo per un altro anno (cf Cost.
41,3).
La Regola
definisce questo periodo "-Tempo di formazione-" per
eccellenza. Ad esso infatti è affidato il delicato compito di "-formare-"
il francescano secolare, cioè il fedele capace di vivere
nello spirito di Francesco quell'unità
di cui è segnato il suo essere membro della Chiesa e cittadino
della società umana, e preparato ad uno specifico e competente
servizio al proprio paese e ad una autentica ministerialità
laicale nella Chiesa (cf ChL
59; Cost. 40).
"-I laici cristiani devono cercare di raggiungere la pienezza
della loro umanità, di un umanesimo cristiano che vive
nello spirito di Dio, nel cuore della mentalità e dei problemi
del loro tempo-" (Giovanni Paolo II, al Consilium
pro Laicis, 7/6/1986). Il francescano
secolare cerca di raggiungere l'uno e l'altro nello spirito di
san Francesco.
La formazione di questo periodo mira ad avviare il candidato
alla conquista della propria maturità nella triplice dimensione:
umana, cristiana, francescana .
Dimensioni che non vanno considerate separate tra
di loro, ma solo distinte; non come realtà sovrapposte
l'una all'altra, ma momenti di sviluppo armonioso dell'unica realtà
- l'uomo concreto - che si inseriscono vitalmente e armoniosamente l'uno all'altro.
È l'uomo che, "-nella pienezza della sua umanità-",
diventa cristiano; è il cristiano che vuol vivere il suo
"-umanesimo cristiano-" nello spirito di Francesco abbracciando
la Regola dell'OFS.
1) Dimensione umana
"-Cristo che è il nuovo Adamo, proprio rivelando
il mistero del Padre e del suo Amore svela anche pienamente l'uomo
all'uomo; e gli fa nota la sua altissima
vocazione-". E, "-chiunque
segue Cristo, l'uomo perfetto, si fa lui pure più uomo-"
(GS 22,41).
La formazione di questa dimensione
a) Tratteggia le verità riguardanti
- l'uomo in sé . "-Dio
creò l'uomo a sua immagine-" (Gn
1,27). Unità di anima e di corpo;
dotato di intelligenza e volontà; debilitato dal peccato;
libero nelle scelte; soggetto di diritti e doveri (GS 12-18);
- l'uomo nella famiglia . "-Maschio
e femmina li creò . Dio li benedisse
e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra-"
(Gn 1,28).
Diritto a formarsi una famiglia; dignità del matrimonio,
della famiglia, loro valorizzazione (GS 47-57). (Cf
Familiaris consortio
; Carta dei diritti della famiglia promulgata dalla Chiesa
il 24/11/1983);
- l'uomo e il lavoro . "-Il Signore
Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché
lo coltivasse e lo custodisse-". "-Con il sudore del
tuo volto mangerai il pane-" (Gn 2,15; 3,19).
Diritto e dovere dell'uomo al lavoro; dignità e valore
dell'attività umana (cf GS c.III);
impiego del tempo libero;
- l'uomo e la società .
"-L'uomo per sua intima natura è un essere sociale,
e senza i rapporti con gli altri non può vivere né
esplicare le sue doti-" (GS 12).
L'uomo nasce in una determinata patria e ne diventa cittadino;
doveri e diritti del cittadino; conoscenza delle leggi e presenza
nella vita sociale; modi diversi di vivere diritti e doveri (LG
21; GS 73-76).
b) Si impegna a
- abituare il candidato ad una valutazione critica, in
termini di vitalità ed inventiva delle grandi trasformazioni
tecniche, economiche, sociali e culturali che caratterizzano la
società contemporanea.
In tal modo il candidato riconoscendo gli aspetti positivi
di tali trasformazioni riuscirà a servirsene in modo favorevole
al proprio sviluppo personale e all'inserimento nella realtà
che lo circonda (GS 53-62);
- sviluppare nel formando il principio ineludibile
che riconosce a tutti gli uomini il diritto-dovere di attendere
lungo tutta la vita alla propria formazione culturale, al continuo
perfezionamento della propria personalità, al continuo
arricchimento dell'esperienza nelle rinnovate condizioni d'integrazione
sociale;
- passare dalla rappresentatività alla partecipazione
per non cadere nell'indifferenza ed estraneità nei confronti
dei problemi collettivi (cf Populorum
progressio; Octogesima
adveniens; Sollicitudo rei socialis; Centesimus Annus).
2) Dimensione cristiana
a) Passaggio nel campo della fede
- Ogni uomo creato da Dio è chiamato ad essere rigenerato
dall'acqua e dallo Spirito (cf Gv
3,5) e diventare figlio di Dio (cf Gv
1,12): "-In Cristo è una nuova creatura-" (2Cor
5,17).
È l'uomo nuovo creato secondo Dio, nella giustizia e santità
della verità (cf Ef
4,24), che vive di una vita nuova (cf
Rm 5,4).
- Seguendo la
V Ammonizione di san Francesco siamo al passaggio
da immagine di Dio, propria di ogni uomo,
alla similitudine di figlio di Dio in Cristo, propria del cristiano.
- La dimensione cristiana è arricchimento sostanziale della
dimensione umana in ogni sua espressione: individuo, famiglia,
lavoro, società.
b) Necessità di una catechesi idonea
- dinamica del passaggio da uomo a cristiano sviluppando la teologia
dei sacramenti della iniziazione cristiana:
Battesimo e Confermazione (incorporazione e configurazione a Cristo,
incorporazione alla Chiesa), Eucarestia;
- cristologia: in particolare riguardo alla partecipazione al
triplice ufficio di Cristo: sacerdotale, profetico, regale;
- ecclesiologia: con riferimento alla partecipazione e missione
salvifica della Chiesa e all'inserimento nella Chiesa particolare.
c) Cammino di fede
- utilizzare i doni di grazia;
- stimolare all'esercizio delle virtù teologali e cardinali.
Il cristiano non solo "-resta-"
nel mondo, ma vi "-entra-", vi "-discende-"
e vi agisce "-a modo di fermento-" (cf
LG 31).
Occorre
- sollecitare la volontà di
crescere attraverso una continua conversione, la frequenza ai
sacramenti dell'Eucarestia e della Penitenza, attraverso lo studio e l'incarnazione
della Parola di Dio, il ricorso alla grazia e agli altri mezzi
suggeriti dalla Chiesa per superare gli ostacoli;
- impegnare all'aggiornamento e alla crescita spirituale
e culturale vincendo una certa persistente pigrizia mentale;
- stimolare alla presenza attiva e qualificata nella
società. È proprio infatti
del cristiano laico assumere responsabilità nei riguardi
dell'ordine temporale e porre il problema del senso del mondo
in ordine alla salvezza, perché le realtà terrestri
buone in se stesse, a causa del peccato possono diventare ostacolo
al conseguimento del vero bene (cf AA
7).
Comporta
- conoscere la dottrina sociale della
Chiesa per caratterizzare la presenza nella società civile
e tradurre i valori del Vangelo e i principi sociali cristiani
in comportamenti di vita e norme sociali (cf
ChL 60; GS 43);
- superare un certo tipo di "-prassi-" cristiana
che è tramontata per sempre;
- sensibilizzarsi ai nuovi modi necessari per inserirsi
in una società profondamente cambiata.
3) Dimensione francescana
Indica il passaggio dall'"-essere-" cristiano a
un "-modo-" di viverlo. Puntualizzare
che il francescanesimo è un modo di vivere il cristianesimo;
non la sua sostituzione o il surrogato.
La vocazione francescana è una esplicita,
libera e responsabile scelta evangelica espressa nell'atto di
ammissione all'OFS e confermata con la professione mediante la
quale il fedele imprime il sigillo di consapevolezza ferma e generosa
alla vita cristiana. Ne assume tutta la sostanza rimarcandone in modo particolare
alcuni aspetti per viverla e testimoniarla nella Chiesa e nel
mondo con il senso forte e gioioso di figliolanza divina incarnato
da san Francesco.
Necessita
- Conoscere la vita e gli scritti di san Francesco per
vivere la "-vita nuova in Cristo-" nel suo spirito e
nel suo stile (esigenza della vocazione).
- Studiare la spiritualità e la storia francescana
per
- irradicare nel terreno adatto
e nell'ambiente giusto la vocazione (condivisa con il Primo, Secondo
e Terzo Ordine);
- alimentarla e fortificarla attraverso gli
esempi e gli insegnamenti di coloro che nei secoli hanno reso
gloriosa la Famiglia francescana;
- imparare da essi il modo migliore
di una presenza feconda e qualificata nella Chiesa e nel mondo;
- Approfondire lo studio della Regola e delle Costituzioni
alla luce della sacra Scrittura, del magistero della Chiesa (tener
presenti i discorsi all'OFS di Pio XII del 1/7/1956, di Paolo
VI del 19/5/1971 e di Giovanni Paolo II del 27/9/1982).
La Regola
costituisce
a) Il binario
su cui far camminare in verità
e sicurezza la vocazione in un itinerario di fede che aiuti il
candidato a passare:
- dalla mentalità dell'"-uomo vecchio-" a quella
dell'"-uomo nuovo-" (Battesimo, Reg.
6; conversione continua, Reg. 7; Cristo
centro e ispiratore della vita, Reg.
4);
- da una vita spirituale individualistica (da non confondere con
personale), a quella di comunione e di condivisione con i fratelli
per imparare a stare insieme, pregare insieme, progettare insieme,
agire insieme (Reg. 24);
- dalla acquisizione di una responsabile e operosa appartenenza
all'OFS e alla fraternità ad una coscienza illuminata del
senso ecclesiale che lo renda membro vivo della Chiesa alla quale
"-appartiene-" e intento a rendervi presente il carisma
francescano; e che fa della fraternità "-un segno
visibile della Chiesa-" (Reg. 1.6.22).
b) Il filtro
attraverso il quale decantare la spiritualità
francescana per evidenziarne gli aspetti più aderenti e
praticabili nella vita secolare:
- famiglia (Reg. 17; Cost. 24);
- lavoro (Reg. 16; Cost. 21,1-2);
- impegno socio politico (Reg. 14; Cost.
22).
c) La guida
(riconducendo ad unità didattiche
le molteplici e preziose indicazioni in essa contenute al riguardo)
che aiuta il candidato a relazionarsi, nello spirito di Francesco:
- a Dio per vivere in comunione con lui nella sequela di Cristo
(cf Reg. Prologo, prima parte; 4-8;
10-12);
- agli uomini vedendo in essi dei fratelli assieme ai quali impegnarsi
a costruire un mondo più fraterno ed evangelico (Reg.
13-17; 19);
- alle realtà terrestri per usarle secondo il disegno di
Dio e farle progredire a vantaggio di tutti (Reg.
11.12);
- ai fratelli di vocazione per scoprire e vivere la fraternità
(Reg. cap III).
La
Professione
Presentare e far comprendere la peculiarità della professione
della Regola, o promessa di vita evangelica, in tutta la sua ricchezza
spirituale per chi la emette, per la
Chiesa e per la società nella sua esemplarità
stimolante.
- Con la professione egli pensa, vive e opera,
secondo il Vangelo vissuto alla maniera di san Francesco, nella
realtà che gli è propria: la secolarità;
- nello stesso tempo, rinnovando la consacrazione battesimale
e della cresima si impegna a vivere le Beatitudini evangeliche,
ne assimila lo spirito che irradia e guida il suo "-essere
cristiano-";
- con la professione esprime la volontà di vivere nel mondo
e per il mondo come fermento evangelico;
- inoltre, in forza della professione, egli entra più decisamente
nelle prospettive escatologiche del Regno sforzandosi di viverne
consapevolmente e responsabilmente le esigenze nel proprio stato
secolare (cf Cost. 42,1; Rit.
OFS Parte I, Note preliminari al rito della Professione nn.
13-15).
Lo Spirito di penitenza
Nello spirito di penitenza, che caratterizza la vocazione del
francescano secolare (Reg. 7), si proponga
al candidato di vivere in atteggiamento di conversione permanente
(cf Cost. 13).
Principali mezzi per coltivare questa caratteristica della vocazione
francescana sono:
- ascolto e celebrazioni della Parola, celebrazioni penitenziali;
- revisione di vita, ritiri spirituali
e direzione spirituale;
- frequenza al sacramento della riconciliazione (cf
Cost. 13, 1);
- pratica del digiuno, dell'astinenza e delle altre forme tradizionali
tra i penitenti;
- fuga dalle mollezze e da ogni forma di edonismo, sapendosi imporre
qualche sacrificio, specialmente nei tempi liturgici forti;
- sostenere con fortezza cristiana le difficoltà della
vita (cf Cost. 13,3);
- operare la carità nei confronti dei fratelli (Cost. 13,2).
La
Fraternità
La fraternità francescana è l'espressione
concreta dell'esigenza di solidarietà che emerge dal cuore
dell'uomo e della forza rinnovatrice e unificante dell'amore fraterno
evangelico (cf Mt 23,8-9; Gv
13,34-35; 2Cel 172).
Sottolineare l'importanza della fraternità
prospettandone la rilevanza nella spiritualità francescana
come
- aspetto "-familiare-" di amore fraterno di stima vicendevole
nel precetto dell'amore che deve penetrare tutta la vita cristiana
senza debolezza e senza esclusioni, e di fratellanza universale
nel rispetto di tutte le creature, animate e inanimate;
- come la realtà che costituisce l'"-evento-"
concreto dell'OFS, "-l'ambiente
privilegiato per sviluppare il senso ecclesiale e la vocazione
francescana, nonché per animare la vita apostolica dei
suoi membri-" (Reg. 22).
Va illustrata negli aspetti
a) Dottrinale
- Scoprire e valorizzare le radici che ontologicamente
ne determinano la natura di comunità in comunione e in
missione.
- Radici che affondano nel Battesimo (rende figli di Dio e fratelli
di Cristo nello Spirito santo; fonda il diritto-dovere alla missione),
e si alimentano dell'Eucaristia (di molte membra fa un solo corpo).
b) Spirituale
- Focalizzare il centro gravitazionale della sua esistenza: il
Padre, rivelato da Gesù, e
in-sistere in esso.
- Evidenziare che la
Famiglia francescana, secondo una rivelazione
di Francesco, è dono del Padre al Figlio (Speculum
perfectionis 26).
c) Psicologico
- Rilevare e prendere atto della differenza dei suoi membri, ognuno
con il proprio bagaglio di qualità e di limiti che possono
dar luogo a varietà di opinioni
e di valutazioni di avvenimenti.
Il pluralismo è un bene, ma bisogna "-allontanare
ogni velo di malumore, affinché non sia insidiata la perfetta
carità reciproca-" ( cf
Anonimo perugino, cap VI,27).
d) Sociale
- Aprirsi alle esigenze provenienti dai valori umani presenti
nella società, sentirsi coinvolti nei problemi riguardanti
l'uomo e la società e tradurre in comportamenti di vita
progetti elaborati insieme.
II. Formazione
per i neoprofessi
"-Non è esagerato dire che
l'intera esistenza del fedele laico ha lo scopo di portarlo a
conoscere la radicale novità cristiana che deriva dal Battesimo,
sacramento della fede, perché possa viverne gli impegni
secondo la vocazione ricevuta da Dio-" (ChL
10).
La formazione è "-un continuo processo personale
di maturazione nella fede e di configurazione con Cristo secondo
la volontà del Padre con la guida dello Spirito santo-"
(ChL 57).
Queste espressioni indicano la via per un'autentica formazione
1) Paradigma da tener presente
L'itinerario compiuto da Gesù
(Gv 16,28):
- "- Sono uscito dal Padre -" (sorgente e principio
di ogni cosa, termine di tutta la perfezione);
- "- e sono venuto nel mondo -" (luogo del
suo impegno secondo la volontà del Padre per portarne a
termine il disegno);
- "- Ora lascio il mondo -" (senso dell'esistenza
come cammino verso...);
- "- e vado al Padre -" (fine e premio dell'esistenza
vissuta per lui e per i fratelli).
2) Punto di partenza del cammino di fede
Presa di coscienza della radicalità del Battesimo.
Rigenera rendendo il fedele: figlio di Dio, fratello di Cristo
e membro del suo corpo la Chiesa, tempio dello Spirito
santo.
3) Guida nel cammino
Lo Spirito santo. Egli svela e mette in grado di comprendere la
"-ricchezza-" del Cristo e introduce a tutta la verità
(Ef 3,16-19).
L'azione formativa in questo periodo si concretizza in
un itinerario di fede sulle orme di Francesco nello spirito della
Regola.
1) Punto di partenza: il Battesimo
Francesco
vive intensamente il mistero pasquale
di morte e risurrezione in Cristo (essenza del Battesimo), nella
piena conformità a lui (1Cel 112-113). Ruolo determinante
del Padre celeste nella sua vita: in lui il suo tesoro, tutta
la sua fiducia e speranza (LM II,4), la sua famiglia spirituale
dono del Padre al Figlio (Speculum perfectionis
26).
Educare all'abbandono fiducioso e filiale nelle mani del Padre
che ha un suo disegno su ciascuno.
La Regola
puntualizza la verità del Battesimo:
morte e risurrezione in Cristo (inizio della nuova vita e della
figliolanza divina); costituisce membri della Chiesa e partecipi
della sua missione: La professione "-riattualizza-"
responsabilmente il Battesimo, rafforza il legame con la
Chiesa e qualifica la partecipazione alla missione.
Sviluppare il senso della figliolanza divina e l'importanza della
figura del Padre nella vita del neoprofesso
perché faccia una scoperta continua di questa relazione
essenziale con lui, seguendo la Regola.
Il Padre dona il Figlio (Reg.
4), gli viene incontro con la sua misericordia nel sacramento
della riconciliazione (Reg. 7), qualifica
il suo impegno a favore dell'uomo (Reg.
13), lo attende nella sua casa, dove lo accoglie per l'incontro
definitivo (Reg. 11.19). Atteggiamenti
qualificanti e significativi di Gesù verso il Padre: preghiera (Reg.
8), obbedienza (Reg. 10), fiducia e
povertà (Reg. 11), ecc.
2) Cammino
a) Centralità di Cristo nella vita
Francesco
La sua aspirazione più alta, il desiderio dominante, la
volontà più ferma per osservare fedelmente il Vangelo
ed imitare perfettamente la dottrina e gli esempi di Gesù
Cristo (1Cel 84.115). Era un "-altro Cristo-",
ma non si riteneva un "-arrivato-" e sentiva
il bisogno di "-convertirsi-" ogni giorno (1Cel 103).
La Regola
- Cristo ispiratore e centro della vita con
Dio e con gli uomini (Reg. 4).
Ispirazione: forza dinamica direzionale illuminante per il cammino
giusto.
Centro: punto gravitazionale verso cui far convergere pensieri
e azioni;
- cercare Cristo nei fratelli (è la più immediata
e alla portata di mano;
nella Scrittura (parla e illumina);
nella Chiesa (è madre e maestra);
nelle azioni liturgiche (memoralizzano
i misteri della salvezza) (Reg. 5);
- seguire Cristo umile ed obbediente, povero e crocifisso, e testimoniarlo
anche tra le difficoltà e le persecuzioni (Reg.
10);
- contemplarlo nel suo amore sponsale per la Chiesa per vivere in pienezza la grazia del matrimonio
e fare della propria famiglia il segno di un mondo già
rinnovato in Cristo (Cost. 17).
b) Metodologia
Dal Vangelo alla vita; dalla vita al Vangelo
(Reg. 4).
- Dal Vangelo per trarre principi, luce e forza per il comportamento
nella vita quotidiana per lievitarla e fermentarla con il messaggio
evangelico;
- dalla vita, con la sua molteplicità di situazioni e varietà
di problemi, al Vangelo quale criterio per vagliarli e giudicarli.
c) Esigenza di conversione continua
Impegno e condizione indispensabile per progredire nel cammino
ed acquistare la mentalità di fede, in modo che questa
entri nella propria vita, la pervada tutta impedendole di conformarsi
alla mentalità del mondo (Rm 12,1).
3) Meta del cammino
Arrivare "-allo stato di uomo perfetto,
nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo-"
(Ef 4,13). Conformandosi a lui fino al "-non sono più
io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella
carne io la vivo nella fede del Figlio
di Dio, che mi ha amato e dato se stesso per me-" (Gal 2,20).
Francesco
"-Con imitazione perfetta, si studiò di
essere conforme, da vivo, al Cristo vivente; in morte,
al Cristo morente e, morto, al Cristo morto e meritò l'onore
di portare nel proprio corpo l'immagine di Cristo visibilmente-"
(LM XIV,4). Sembrava che "-Cristo e Francesco fossero una
sola persona-" (2 Cel 219). La
via , quella insegnata da Cristo: fare la volontà del Padre.
"-È sempre stato ed è per me più caro
e dolce e gradito ciò che al Signore mio Dio piace avvenga
in me, e alla sua volontà soltanto voglio costantemente
e in tutto trovarmi concorde, obbediente e docile-" (1Cel
107).
La Regola
Prospetta tutto il cammino di fede del francescano secolare come
"-un radicale mutamento interiore-" per arrivare, nella
dinamica del Vangelo, a "-conformare
il suo modo di pensare e di agire a quello di Cristo-" (Reg.
7). E ad essere con lui, "-un vero adoratore
del Padre-", facendo "-della preghiera e della contemplazione
l'anima del suo essere e del suo operare-" (Reg.
8). Così la sua vita è progettata e vissuta in conformità
alla volontà del Padre celeste e realizzata nel suo specifico
campo di lavoro giorno per giorno, in
unione a Cristo.
4) Guida nel cammino
È lo Spirito santo. Gli testimonia che
è figlio di Dio e lo sostiene nella debolezza (Rm
8, 14-17.26-27); gli ricorda l'insegnamento di Gesù
e lo introduce a tutta la verità (Gv
14,26; 16,13-14).
Francesco
Perfetto imitatore di Cristo era ripieno di Spirito santo (LM
XI,2). E diceva che per seguire le orme
di Cristo bisogna essere purificati, illuminati e riscaldati dal
fuoco dello Spirito santo, e che l'essenzialità della vita
francescana consiste nell'avere lo Spirito del Signore e la sua
santa operazione (Regula Bullata X,10).
La Regola
Ricorda al francescano secolare che la famiglia di cui è
membro, è dono dello Spirito santo alla Chiesa (Reg.
1); così pure la sua vocazione (Reg.
2). Per conseguire il fine della vocazione, raggiungere la perfezione
nel suo stato secolare, deve lasciarsi guidare dallo Spirito santo
che lo introdurrà in tutta la verità (Reg.
4).
III. Formazione
permanente
La formazione deve seguire il ritmo della vita se vuole essere
viva e vitale; pur rimanendo fondamentalmente identica, deve "-rinnovarsi-"
continuamente come continuamente si rinnova la vita, se vuole
essere vera e conreta. Deve saper trovare "-alimento-"
dalle varie situazioni umane per ridurle ad unità con la
luce e la forza di Cristo verità e vita. Proprio
come fa la vita che riduce in sangue e linfa vitale i diversi
cibi di cui si alimenta. Essa è naturalmente e intrinsecamente
permanente.
Triplice è il motivo di di
questa esigenza:
- la perfettibilità dell'uomo, che dura tutta
la vita e non può dirsi mai compiuta;
- la meta da raggiungere: la perfezione che deve ispirarsi
a quella del Padre celeste (cf Mt
5,48);
- l'evolversi continuo delle situazioni umane.
La formazione permanente, perciò, è un'esigenza
della progressiva realizzazione del francescano secolare in cammino
incessante verso "-lo stato di uomo
perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità
di Cristo-" (Ef 4,13).
Essa è fedeltà alla vocazione e stimolo nel cammino
di quella continua conversione che deve condurlo a conformare
il suo modo di pensare e di agire a quello di Cristo (cf
Reg. 7), che è il contrassegno
della "-maturità-" del
discepolo del Vangelo.
Trova il suo fondamento proprio e la sua motivazione originale
nel dinamismo del dono ricevuto, la vocazione nella quale deve
camminare in maniera convenevole (cf
Ef 4,1) per renderla sempre più
sicura (cf 2Pt 1,10) sotto l'azione
dello Spirito santo che rafforza in lui
l'uomo interiore facendogli comprendere la grandezza del mistero
di Cristo e del suo amore (cf Ef
3,16-19).
È Dio stesso, quindi, che ravviva il suo dono e sprigiona
la straordinaria ricchezza di grazia e di responsabilità
in esso racchiusa, per il bene personale e della comunità.
Il francescano secolare, infatti, "-spinto dalla Spirito santo-" entra nell'OFS (Reg. 2), ed è lo Spirito santo ad introdurlo nella
Verità-Cristo, dono dell'Amore del Padre e Via a lui (cf Reg. 4). E
Cristo è Verità e Dono infinito.
Si capisce, allora, perché Francesco "-non lo sfiorava
neppure il pensiero di aver conquistato il traguardo e, perseverando
instancabile nel proposito di un santo
rinnovamento, sperava sempre di poter ricominciare daccapo-"
(1Cel 103).
La formazione permanente deve portare
- ad una conoscenza più profonda e personale della fede
e della spiritualità francescana;
- ad una appartenenza più responsabile
e missionaria a Cristo nella Chiesa con lo specifico francescano;
- ad un'apertura più generosa e concreta agli altri con
comportamento di vita evangelica che attualizzi il passaggio dal
Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo (cf
Reg. 4).
Essa deve
- conservare un intrinseco legame con quella
iniziale, come un fatto vitale unitario che, nel suo progresso,
richiede adattamenti, aggiornamenti e modifiche, senza però
rotture o soluzioni di continuità;
- mantenere vivo un generale e integrale processo di continua
maturazione mediante l'approfondimento di ciascuna delle dimensioni
della formazione -umana, cristiana, francescana- e del loro intimo
e vivo collegamento specifico;
- ripercorrerne gli itinerari con accresciuta responsabilità
di fronte alle nuove istanze, ai nuovi problemi, alle mutate situazioni
culturali e sociali che richiedono una riflessione più
approfondita della parola di Dio e del magistero della Chiesa
per attingere dall'una e dall'altro luce e forza per un giusto
ed efficace comportamento di vita fortemete
aderente al messaggio evangelico vissuto alla maniera di san Francesco.
La formazione permanente
1) Assicura
il mantenimento della formazione ricevuta e la riqualifica continuamente,
la prolunga e la completa, la perfeziona e ne facilita l'arricchimento
creando esigenze di generare cambiamenti.
In particolare sviluppa in modo esauriente tutto ciò che
concerne l'acquisizione di una forma di vita che consenta di:
- trasformare la fede in sapienza cristiana per risolvere i grandi
problemi alla luce del Vangelo e del Magistero della Chiesa;
- assimilare lo spirito e lo stile di San Francesco in proposta
efficace della visione francescana della vita.
2) Impegna
a un aggiornamento continuo sia in relazione
all'approfondimento delle verità acquisite sia in relazione
all'evolversi costante della realtà ecclesiale e della
società civile.
È un dovere morale che vincola e si deve sviluppare per
tutto l'arco della vita.
3) Comporta
- Il confronto con i problemi emergenti dalla vita della Chiesa
e della società;
- la ricerca di soluzioni adeguate ispirate al Vangelo, al magistero
della Chiesa, alla vita di san Francesco e alla storia dell'OFS;
- il rinnovamento di attività
tradizionali che richiedono modi nuovi di espressione che più
corrispondono alle esigenze dei tempi;
- la ricerca di nuove attività (volontariato);
- un intelligente e aperto confronto con altri gruppi ecclesiali
preparati e attenti ai problemi della società contemporanea.
Capitolo
Terzo
AGENTI E RESPONSABILI
"-I fratelli sono responsabili della propria formazione
per sviluppare la vocazione ricevuta dal Signore in modo sempre
più perfetto-" (Cost. 37,3).
"-Memori che lo Spirito santo è il principale agente
della formazione e sempre attenti a collaborare con lui, responsabili
della formazione sono: lo stesso candidato, la Fraternità intera, il Ministro con il Consiglio,
il Maestro di formazione e l'Assistente, come
guida spirituale-" (Cost. 37,2).
I. Agenti
A. Lo Spirito santo
"-Lo Spirito santo non solo per
mezzo dei sacramenti e dei ministeri santifica il popolo di Dio
e lo guida e lo adorna di virtù, ma distribuendo a ciascuno
i propri doni come a lui piace, dispensa anche tra i fedeli di
ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti
ad assumersi varie attività e compiti per il rinnovamento
e per la maggiore espansione della Chiesa, secondo le parole:
'A ciascuno la manifestazione dello Spirito è data perché
torni a comune vantaggio' -" (LG
12).
Lo Spirito santo è la sorgente della vocazione, il principale
agente della formazione, l'anima della vita fraterna (cf
Cost. 11; 37,2).
È Lui che
- fa nascere alla nuova vita che rende partecipi della natura
divina, e attesta che siamo figli di Dio (Gv
3,5-8; 2Pt 1,4; Rm 8,14-16);
- rivela e comunica la vocazione fondamentale, quella alla santità
(Ef 1,4-5), e si fa principio e risorsa della sua realizzazione
conformandoci a Cristo rendendoci partecipi della sua vita filiale:
carità verso il Padre e verso i fratelli (Gal 4,6; 5,25);
- insegna ciò che è necessario alla sequela di Cristo
(Gv 14, 26; 16,13-14);
- rafforza l'uomo interiore facendo comprendere la grandezza del
mistero di Cristo e del suo amore che supera ogni conoscenza (Ef
3, 16-19);
- arricchisce di doni e grazie particolari che rendono capaci
di assumere uffici e servizi per il vantaggio comune (1Cor 12,
4-11);
- dà forza per testimoniare Cristo, insegna come comportarsi
e cosa dire all'occorrenza (At 1,8; 8, 14-17; Lc
12, 11-12);
- consola, consiglia, assiste, sostiene nelle varie circostanze
della vita; aiuta la nostra debolezza e intercede per noi (Gv
14, 16-17.26; Rm 8, 26-27):
- associa alla risurrezione di Cristo (Rm
8,11).
Francesco
Nella vita fu ripieno di Spirito santo, agiva e parlava sotto
il suo impulso (2Cel 46, 52).
Riteneva che
- i suoi frati erano nati, a somiglianza di Gesù,
da una madre povera per virtù dello Spirito santo
che considerava Ministro generale dell'Ordine (2Cel 193; LM III,10);
- per seguire le orme di Gesù
Cristo bisogna essere interiormente purificati, illuminati e accesi
dal fuoco dello Spirito santo (Lettera all'Ordine VII);
- l'uomo nuovo, cioè l'uomo che vede con gli occhi di Gesù, e agisce evangelicamente,
è colui che ha "-lo Spirito del Signore e la sua santa
operazione-" ( Reg. Bullata
X):
- Lo Spirito fa raggiungere la conoscenza delle realtà
spirituali pur senza istruzione umana (2Cel 191) e congiunge l'anima
fedele a Gesù Cristo e la fa diventare sua sposa (cf Prologo alla Regola).
La Regola
descrive l'azione dello Spirito santo
verso il candidato, come:
- preveniente: gli prepara la "-famiglia d'accoglienza-",
quella francescana da lui suscitata nella Chiesa (cf
Reg. 1);
- stimolante: lo "-spinge-" ad entrare in essa
per seguire Gesù Cristo alla maniera di san Francesco (cf Reg. 2);
- illuminante e corroborante: lo introduce nella verità,
cioè nel mistero di Cristo, nella Chiesa, nelle azioni
liturgiche, specie nell'eucaristia (cf
Reg. 4,5), perché come scrive
san Francesco, "-lo Spirito del Signore, che abita nei suoi
fedeli, egli stesso riceve il santissimo corpo e sangue del Signore;
tutti coloro che non partecipano del medesimo Spirito e presumono
accogliere il Signore, mangiano e bevono
la loro condanna-" (Ammonizione I, 12).
B. Il candidato
Il candidato è protagonista e centro, soggetto e oggetto
della formazione: lo riguarda direttamente, lo coinvolge in prima
persona.
Il risultato dell'azione formativa è legato alla sua docilità,
all'azione dello Spirito santo su di
lui e alla fattiva collaborazione all'opera dei responsabili della
Fraternità a suo vantaggio.
Avvertita la "-spinta-" dello Spirito santo
che lo invita a cercare di raggiungere la perfezione della carità
nel proprio stato vivendo il Vangelo alla maniera di san Francesco
nella linea tracciata dalla Regola dell'OFS (cf
Reg. 2), egli intraprende il cammino formativo che lo conduce
a far chiarezza dentro di sé e a prepararlo ad operare
la scelta di adesione alla vocazione, sancita dalla promessa di
vita evangelica, o professione, che segna la sua "-appartenenza-"
all'OFS.
Il suo impegno deve mirare a
- responsabilizzarsi verso Dio, verso
se stesso e verso l'OFS per analizzare con serenità e serietà
i motivi che lo spingono ad iniziare l'esperienza francescana,
a vagliare le sue capacità e disposizioni, a valutare le
eventuali difficoltà soggettive e oggettive per impegni
derivanti dalla scelta;
- aprirsi con piena disponibilità alla luce dello Spirito
e all'aiuto dei responsabili per cogliere il valore della "-spinta-"
all'eperienza francescana e il significato che per lui assume,
il criterio nel giudicarla e la responsabilità nell'assecondarla;
- appredere e a servirsi del discernimento
evangelico -che avviene nella luce e nella forza del Vangelo e
con il dono dello Spirito santo- quale principio conoscitivo che
gli permette di cogliere l'appello di Dio nelle varie circostanze
della vita, e quale criterio di interpretazione e di scelta per
l'ambivalenza che esse possono presentare e per l'intreccio di
difficoltà e di potenzialità, di elementi negativi
e di ragioni di speranza che contengono.
Questo gli permette di non isolare l'uno dall'altro i fattori
positivi, assolutizzandoli, così
che vengano a trovarsi in contrasto fra di loro e a combattersi
vicendevolmente; e di scorgere, anche nei negativi, qualche valore
che attende di essere liberato e ricondotto alla sua verità
piena;
- coltivare quelle qualità umane necessarie a costruire
una personalità equilibrata in cammino verso la maturità
umana e cristiana che è contrassegnata da una profonda
armonia della persona, da un ricco e consapevole possesso della
verità, dalla capacità di donarsi, dalla piena coscienza
di precise responsabilità nella comunità civile
ed ecclesiale, dalla verace testimonianza di fede in ogni momento
della vita: familiare, professionale sociale, politico.
Questo gli richiede apertura all'amore per la verità, alla
lealtà, al rispetto per gli altri, alla fedeltà
alla parola data, alla coerenza, all'equilibrio di giudizio e
di comportamento, alla capacità di relazione con gli altri,
importante, questa, specie per chi vuol far parte della fraternità
francescana.
II. Responsabili
I responsabili devono essere persone capaci
- di sostenere senza dominare;
- di mettere le condizioni perché il chiamato possa trovare
la "-sua-" forma;
- di svolgere funzione operante e funzione osservante.
A. La
Fraternità
La fraternità con il suo stile di vita, intensamente comunitaria,
profondamente ecclesiale, dinamicamente missionaria, "-è
chiamata ad aiutare i fratelli in questo cammino con l'accoglienza,
con la preghiera e con l'esempio-" (Cost. 37,3).
A questo scopo essa deve attrezzarsi a scuola per poter sviluppare
la vocazione francescana, il senso ecclesiale e animare la vita
apostolica dei suoi membri così da rendere francescani
secolari autentici coloro che ha generato al francescanesimo.
Per favorire tale stile di vita è raccomandata anche la
cura dell'ambiente in cui si svolgono gli incontri.
(Vedi scheda 1)
B. Il Ministro con il Consiglio
Anima e guida della fraternità è il Consiglio di
cui il Ministro è il primo responsabile (cf
Reg. 21).
Ad esso spetta il compito di (cf
Cost. 50,1):
- stabilire il programma in conformità alle direttive superiori;
- sostenere il maestro di formazione e seguirne il lavoro per
poterne giudicare i risultati e per essere in grado di accettare
o meno il candidato all'ammissione e alla professione;
- programmare gli incontri;
- procurare l'aggiornamento e favorire la crescita di tutti i
membri.
(Vedi scheda 2)
C. Il Maestro di formazione
Il Maestro di formazione deve essere (cf
Cost. 52,3):
- preparato e disponibile, con capacità di comunicare ed
in possesso di quei contenuti culturali che è chiamato
a trasmettere;
- avere coscienza del suo ufficio, spirito di Dio, competenza,
impegno di tutta la persona, tensione interiore;
- tener presente il carisma del fondatore e le radici profonde
sul quale si fonda e interpretarlo alla luce dei segni di
oggi e delle nuove esigenze ecclesiali e sociali;
- sentirsi sempre un "-mandato-" dalla fraternità;
- favorire l'inserimento pieno e gioioso dei candidati nella fraternità;
- curare i rapporti personali con i singoli;
- comprendere le loro esperienze e motivazioni;
- saper scegliere modi e tempi per la correzione dei comportamenti
sbagliati;
- tenere rapporti costanti con l'assistente e con gli altri responsabili.
Il tutto in una donazione totale quale risposta
alla fiducia ricevuta e alla forte richiesta d'aiuto.
(Vedi scheda 3)
D. L'Assistente spirituale
L'Assistente
spirituale è segno concreto di comunione e di corresponsabilità
del Primo Ordine e del Terz'Ordine
Regolare verso l'OFS (cf Reg.
26).
Nella
fraternità porta il suo servizio come fratello in san Francesco
e come maestro e guida "-in persona Christi-"
e "-in nomine Ecclesiae-"
(cf Pdv 20).
1)
Come fratello
condivide il medesimo ideale, partecipa, sebbene in forma diversa,
allo stesso carisma e all'identica missione di Francesco.
In questo modo egli vive ed agevola la comunione vitale e reciproca
tra tutti i seguaci di san Francesco (cf
Cost. 89,3).
2)
Come maestro e guida
rivela Cristo che salva e, attraverso il suo ministero sacerdotale
trasmette nei candidati la grazia di Cristo affinché possano
esercitare il loro sacerdozio comune, proprio di tutti i battezzati
(cf PO 6; Pdv
16,17).
Favorisce, così, la comunione con la Chiesa garantendo l'integrità della fede
e la disciplina ecclesiastica (cf CJC
305; Cost. 85,2; Statuto per l'Assistenza spirituale e pastorale
all'OFS, Roma 1992).
APPENDICE
(Scheda 1)
La Fraternità
come agente di formazione
La Regola vuole la Fraternità impegnata, col "-suo modo
di vivere-", alla sequenza dei tempi di formazione dei
suoi membri (Reg. 23). Perciò
essa deve attrezzarsi ad essere "-ambiente privilegiato per
sviluppare il senso ecclesiale e la vocazione francescana, nonché
per animare la vita apostolica dei suoi membri-" (ivi 22).
Le
Costituzioni precisano: "-La Fraternità è chiamata
ad aiutare i fratelli nel cammino di formazione con l'accoglienza,
la preghiera e con l'esempio-" (Cost. 37,3).
La Fraternità adempie a questo impegno formativo,
fondamentale e determinante per la vita stessa dell'OFS:
1)
Diventando una scuola di vita
-
intensamente comunitaria: fare dei suoi membri "-un
cuore solo un'anima sola-" (At 4,32) lasciando che ognuno
sia stesso perché possa vivere e crescere nella libertà
di figlio di Dio, acquistataci da Cristo, nella consapevolezza
di essere membro di una comunità
la cui esigenza è che tutti siano in comunione reciproca
e condividano tutto, possibilmente;
- profondamente ecclesiale: sentirsi vitalmente
inserita nella Chiesa particolare e, attraverso essa, nella Chiesa
universale, in modo da essere veramente "-un segno visibile
della Chiesa-" (Reg. 22). Tenendo ben presente che i suoi membri sono ad essa "-più fortemente vincolati per la professione-"
e che devono "-farsi testimoni e strumenti della sua missione
tra gli uomini-" (Reg. 6);
-- dinamicamente missionaria: vivere l'ansia di Francesco
per l'avvento del regno di Dio tra gli uomini, partecipando alle
varie iniziative della Chiesa e della famiglia francescana, per
la sua diffusione;
- fraternamente accogliente: essere luogo di irradicamento
e di maturazione che permette e aiuta ciascuno a scoprire la propria
identità, a migliorare e maturare la propria personalità
alla luce della vocazione.
2)
Dimostrandosi capace di
-
far nascere e sviluppare in tutti il senso
vero dell'appartenenza all'OFS, che va vissuta nella Fraternità
in uno scambio vicendevole di esperienze, di aiuto per crescere
in Cristo, nello spirito della vocazione ricevuta dal Signore;
- conservare e far memoria del passato per non perdere
contatto con la sua storia, ma trarne salutari insegnamenti ripensandola
alla luce dei nuovi avvenimenti per vivere in pienezza il presente
e poter rispondere con mentalità "-contemporanea-"
alle richieste della Chiesa e della società;
- aprirsi al futuro assecondando l'azione vivificante
e rinnovatrice dello Spirito che chiama al rinnovamento e, sotto
la sua spinta, diventare profezia per gli uomini.
3)
Responsabilizzandosi
a rendere efficienti
e efficaci tre momenti importanti della sua vita:
- le adunanze periodiche con la presenza attiva di tutti
per edificarsi reciprocamente;
- il rinnovo del Consiglio con la scelta di persone preparate
spiritualmente e culturalmente e disponibili al servizio di animazione
e di guida dei fratelli;
- la visita pastorale e fraterna perché favorisca
realmente la fedeltà al carisma, l'osservanza della Regola,
e offra aiuti per il cammino di tutti i membri della Fraternità
verso la maturità umana, cristiana e francescana.
(Scheda 2)
Il Ministro con il Consiglio
Il
Consiglio, di cui il Ministro è il primo responsabile,
anima e guida la fraternità (Reg.
21).
Le
Costituzioni specificano: "-Ad esso
compete promuovere le iniziative necessarie per favorire la vita
fraterna, per incrementare la formazione umana, cristiana e francescana
dei suoi membri, per sostenerli nella loro testimonianza e nell'impegno
nel mondo-" (Cost. 50,1).
È
questo il compito principale che il Consiglio deve impegnarsi
a svolgere con amore, competenza e continuità,per
il bene della fraternità e dell'OFS.
A
tal fine il Ministro, come primo responsabile della vita della
Fraternità, deve stimolare e coordinare il lavoro dei Consiglieri
perché la loro azione di animazione e di guida conduca la Fraternità
a diventare scuola di formazione "-nel suo modo di vivere-".
Ministro
e Consiglio raggiungeranno lo scopo
- creando un clima di accoglienza fraterno e gioioso,
così che ognuno veda nell'altro "-il compagno di cui
ha bisogno e un amico fedele-" (1Cel 24).Anche nella cura
dell'ambiente in cui si tengono le riunioni;
- suscitando la tensione interiore verso la conversione
che porta all'adesione, personale e comunitaria, a Cristo per
realizzare in Lui l'autentico "-noi-" che la grazia
dello Spirito santo rende "-uno-"
nella preghiera, nella progettazione, nell'azione apostolica e
fa nascere il desiderio di ritrovarsi insieme;
- adoperandosi a che la fraternità non perda la
memoria del passato, nel quale affonda le radici, sia aperta al
nuovo che le porta il futuro, per vivere in pienezza il presente
nutrito di storia e di profezia;
- stimolando i fratelli e le sorelle a passare dall'apatia
all'interessamento e alla partecipazione alla vita della Fraternità,
mediante la programmazione intelligente e curata dei vari incontri
così che ognuno si senta "-arricchito-";
- armonizzando il momento celebrativo liturgico e l'impegno
operativo, il rapporto tra l'itinerario della fede e i problemi
dell'ambiente sociale nel quale la
Fraternità vive;
- offrendo e organizzando opportunità di aggiornamento
e di approfondimento di tutto ciò che può giovare
alla sua crescita umana, cristiana, francescana;
- ponendo particolare attenzione alla scelta del Maestro
di formazione, il quale, in suo nome e secondo il programma insieme
concordato, impartisce la formazione ai candidati. Ne segua con
delicatezza e discrezione il lavoro per poterne giudicare i risultati
ed essere in grado di esprimere il giudizio per l'ammissione e
la professione dei candidati (Cost. 41);
- seguendo con intelligente premura i neoprofessi per
prevenire o curare un eventuale loro raffreddamento riguardo alla
vita di Fraternità, che può essere causato
dalla differenza di ritmo e di stile delle riunioni durante il
tempo di formazione, o dalla convinzione che una volta fatta la
professione hanno soddisfatto ogni loro impegno verso la vocazione
e verso l'OFS.
(Scheda 3)
Il Maestro di Formazione
Il
Maestro di formazione compie il suo servizio in nome e per mandato
del Consiglio. A lui si richiede esemplarità di vita, preparazione,
idoneità, disponibilità.
Svolge
il programma di formazione concordato in Consiglio, con aderenza
alla situazione dei formandi, i quali
debbono avere l'impressione di trovarsi
innanzi non un "-arrivato-" che impartisce lezione,
ma un "-conquistato-" dall'ideale, che con essi è
in cammino verso Gesù Cristo
ispirandosi a san Francesco.
Sarà
sua preoccupazione
- rendere la formazione accessibile e ben accetta, impartendola
in modo semplice e chiaro, con collegamenti
all'esperienza vissuta e riferimenti all'attualità;
farla ritenere non solo utile, ma necessaria per la vita, suscitando
il desiderio di "-imparare ad imparare-";
- interessarsi all'atmosfera che regna tra i formandi
e adoperarsi a renderla sempre più favorevole, aiutando
tutti a crescere verso la maturità, nel rispetto della
personalità di ognuno, accettandola e facendola accettare
così come è;
- stimolare il progresso spirituale di ciascuno, assecondando
l'azione dello Spirito santo, e l'impegno a tradurre in comportamenti
di vita le nozioni apprese, armonizzando l'azione della grazia
e lo sforzo personale, l'interiorità e l'attività;
- sviluppare nei formandi l'esigenza
della preghiera comunitaria (esperienza di preghiera), e della
vita di Fraternità, inserendoli pienamente e gioiosamente
in essa, per farne esperienza diretta;
- lasciare e aiutare ognuno ad essere sé stesso
perché nella libertà e mediante la carità,
si metta al servizio degli altri e, insieme, ciascuno con le proprie
doti, concorra a formare la Fraternità
autentica e cammini verso la maturità cristiana e francescana;
- aiutare ad applicare le verità e i valori eterni
alle mutevoli convinzioni del mondo, a saper trovare nella fede
una risposta coerente e pronta ai molti e svariati interrogativi
che la vita continuamente pone;
- sostenere nella ricerca di interpretare oggettivamente
le situazioni e di accettare la verità, senza cedere ad
emozioni fuorvianti, nello sforzo di acquistare la padronanza
di sé stessi, rafforzando la volontà e fidando nell'aiuto
del Signore;
- aiutare a superare eventuali crisi con prudenza, saggezza,
tatto, facendo ricorso alla preghiera e, se fosse il caso, al
consiglio del Ministro e dell'Assistente spirituale.
Animatori
L'animatore,
più che agente della formazione, è la persona tecnica
di cui i responsabili possono servirsi in alcune circostanze,
per rendere più coinvolgente la partecipazione dei formandi
sollecitandoli al loro impegno, creando un clima colloquiale e
fiducioso per rendere più efficaci gli incontri.
Deve
evitare ogni atteggiamento che possa dare l'impressione di imporre
direttive con un certo tono autoritario ed ispirare la sua azione
alla collaborazione, prestando la massima attenzione alla soggettività
degli interessati, incoraggiandoli ad esprimersi liberamente,
per poter dare l'aiuto adeguato a raggiungere lo scopo.
|